Impariamo a leggere bene le etichette

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Interpretarle correttamente è il primo passo per tutelare gli animali!

Tradurre le diciture sulle etichette degli alimenti del cane o del gatto può non essere sempre facile...

In questo articolo analizziamo quelle più comuni riguardanti la materia prima "carne".

La prima cosa da sapere è che tutte le materie prime sulla lista degli ingredienti assumono la denominazione con cui entrano nel processo produttivo. Questa non tiene conto delle modifiche da esso causate.

Per comprendere il significato delle etichette ci si affida al Regolamento UE 2013/68, modificato dal Regolamento UE 2017/1017. È il cosiddetto "Catalogo delle materie prime per mangimi".

Non tutte le materie prime negli alimenti secchi o in quelli umidi sono presenti su questo catalogo. I produttori possono servirsi di altre normative o ricorrere ad altre denominazioni (a patto di non trarre in inganno il consumatore finale).

"Carne fresca": cosa significa, esattamente?

Nel caso dei croccantini, compare spesso questa denominazione. Ci hai mai fatto caso?

La sua definizione legale si trova nel Regolamento CE 853/2004. È un termine che indica una carne che non ha subito nessun trattamento eccetto la refrigerazione, la surgelazione o la congelazione. È la carne fresca come siamo abituati a intenderla.

Nel momento in cui finisce in un processo produttivo per originare croccantini o alimenti umidi, cessa di essere realmente "fresca".

Questa, di fatto, contiene per lo più acqua. E nel momento in cui entra nel processo produttivo di un croccantino, la maggior parte evapora con la cottura.

Quello che avviene è un fenomeno particolare.

Facciamo un esempio: se abbiamo una carne composta al 70% da acqua e al 30% da altro, e la inseriamo in un processo produttivo capace di farle perdere circa il 60% dell'acqua presente, avremo circa il 40% del peso iniziale.

Questo significa che se sull'etichetta di un croccantino troviamo scritto "Carne fresca 20%, mais 10%", quando il prodotto verrà cucinato perderà molto peso.

Aa fine processo produttivo, si avrà "Mais 10%, carne 8%", perché il peso degli ingredienti sull'etichetta comprende anche l'acqua. Ecco perché la carne compare per prima rispetto agli altri ingredienti.

Questa dicitura è perfettamente legale. L'articolo 17 del Regolamento CE 767/2009, infatti, afferma che l'ordine delle materie prime sull'etichetta di un prodotto alimentare per animali debba comprendere anche l'acqua di ogni singolo ingrediente.

La "carne essiccata".

"Carne disidratata" (o "essiccata") è una dicitura che troviamo frequentemente nei croccantini.

I produttori, di solito, la includono come carne di qualità, perché si by-passa il processo che abbiamo appena descritto per la carne fresca.

Se un'etichetta riporta "Carne disidratata 20%, mais 20%", quelle sono all'incirca le proporzioni presenti alla fine del processo produttivo.

I termini "disidratato" o "essiccato", definiti al punto 21 dell'allegato del Regolamento UE 2017/1017, indicano che alla carne è stata tolta l'acqua. Meglio leggere "disidratata" anziché "fresca".

"Carne disidratata di agnello" non equivale ad "Agnello disidratato". Mentre la carne di agnello corrisponde al solo muscolo scheletrico, l'agnello disidratato può comprendere qualsiasi parte del corpo, anche le ossa. Di fatto, si tratta di una farina di carne e ossa di agnello.

La "farina di carne".

Un altro ingrediente che possiamo trovare è "Farina di carne", che fa riferimento alla vecchia denominazione nella Legge 15 febbraio 1963 n.281.

Questa impone che almeno il 50% dell'ingrediente sia composto da proteina grezza.

La farina di carne, quindi, può comprendere carne e ossa. È vietato l'uso di farina di carne derivata da zoccoli, piume, corna e pelo di animali.

Cosa significa "Proteine di"? E se leggiamo di proteine disidratate e idrolizzate?

"Proteine di" indica che di quella carne sono state estrapolate solo le proteine e si sono eliminate acqua e grasso per centrifugazione o con solventi. Un processo, questo, che di certo impoverisce il prodotto.

A meno che non venga indicato, non si sa da quale parte del corpo provengano le proteine.

Nel caso siano state sgrassate ed essiccate, possiamo leggere "Proteine disidratate".

I termini "Proteine isolate di" e "Proteine trasformate di" corrispondono alle più comuni "Proteine idrolizzate". Queste ultime sono reduci dall'idrolisi, cioè da una riduzione del loro peso molecolare, per essere più digeribili e sicure.

È un processo utile in caso di intolleranze e di disturbi come il cattivo assorbimento di una proteina intera.

Tante diciture, un solo punto di riferimento normativo (per fortuna).

Il sistema di etichettatura degli alimenti per animali, come accennato inizialmente, può non essere di facile interpretazione.

Il Regolamento UE 2017/1017 è l'unico in grado di rispondere a ogni tuo dubbio.

Evita di affidarti a Google, dove le opinioni di tanti possono non essere corrette. Affidandoti al Regolamento avrai la certezza di non sbagliare mai.

Ricorda: la piena comprensione dell'etichettatura del pet food è il primo passo verso la piena tutela della salute del tuo animale.

Ecco perché è importante saper leggere bene le etichette!

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